Il primo teatro di Palena si trovava in largo dei Capitoli, vicino l’antico convento di san Francesco: nel 1812 esso risulta aver bisogno di una ristrutturazione e dunque viene dotato di un vero palcoscenico.
Nel 1831 i reverendi padri missionari de’ Vergini di Napoli sollecitano la chiusura di questo teatro, la cui collocazione strideva con la sacralità del convento francescano: la comunità palenese rimane sguarnita per oltre un decennio di un luogo destinato agli spettacoli teatrali.
Nel 1843, sotto l’egida del sindaco Gaetano Falcocchio ha inizio il cantiere del nuovo teatro di Palena, collocato lungo la via Matonata, oggi denominata Corso Umberto I: si apre un’aspra polemica in seno all’amministrazione comunale fra i favorevoli e i contrari a questa operazione; sulla polemica si innesta poi una circolare del 1847 che vietava la costruzione di nuovi teatri. Il cantiere di via Matonata era quasi completo e così la circolare viene aggirata cambiando in magazzino la destinazione d’uso dell’edificio, ma proseguendo con il progetto di teatro già avviato.
Nel 1848, in un teatro dotato solamente della platea e di un palchetto, ebbe luogo la prima di una lunga serie di rappresentazioni che hanno animato la vita culturale palenese.
La struttura venne completata in perfetto stile italiano con 99 posti a sedere distribuiti fra la platea, i due ordini di palchetti ed il loggione superiore.
Nel 1938 venne realizzata una campagna di ristrutturazione nel corso della quale venne predisposto l’equipaggiamento del teatro ad uso di cinematografo.
Chiuso dopo il terremoto del 1984, nel 1998 il teatro Aventino è tornato ad accogliere spettacoli e spettatori ed è oggi dedicato allo scrittore e sceneggiatore palenese Ettore Maria Margadonna.
Il primo teatro di Palena si trovava in largo dei Capitoli, vicino l’antico convento di san Francesco: nel 1812 esso risulta aver bisogno di una ristrutturazione e dunque viene dotato di un vero palcoscenico.
Nel 1831 i reverendi padri missionari de’ Vergini di Napoli sollecitano la chiusura di questo teatro, la cui collocazione strideva con la sacralità del convento francescano: la comunità palenese rimane sguarnita per oltre un decennio di un luogo destinato agli spettacoli teatrali.
Nel 1843, sotto l’egida del sindaco Gaetano Falcocchio ha inizio il cantiere del nuovo teatro di Palena, collocato lungo la via Matonata, oggi denominata Corso Umberto I: si apre un’aspra polemica in seno all’amministrazione comunale fra i favorevoli e i contrari a questa operazione; sulla polemica si innesta poi una circolare del 1847 che vietava la costruzione di nuovi teatri. Il cantiere di via Matonata era quasi completo e così la circolare viene aggirata cambiando in magazzino la destinazione d’uso dell’edificio, ma proseguendo con il progetto di teatro già avviato.
Nel 1848, in un teatro dotato solamente della platea e di un palchetto, ebbe luogo la prima di una lunga serie di rappresentazioni che hanno animato la vita culturale palenese.
La struttura venne completata in perfetto stile italiano con 99 posti a sedere distribuiti fra la platea, i due ordini di palchetti ed il loggione superiore.
Nel 1938 venne realizzata una campagna di ristrutturazione nel corso della quale venne predisposto l’equipaggiamento del teatro ad uso di cinematografo.
Chiuso dopo il terremoto del 1984, nel 1998 il teatro Aventino è tornato ad accogliere spettacoli e spettatori ed è oggi dedicato allo scrittore e sceneggiatore palenese Ettore Maria Margadonna.