Il 10 settembre 1349, il giorno dopo una terribile scossa di terremoto, nacque a Forca Palena, Nicolò; poco o nulla si sa della sua giovinezza e della sua famiglia di provenienza, tuttavia è certo che negli anni ‘80 del XIV secolo Nicolò, insieme ai concittadini di Forca, fuggì alla volta di Palena cercando rifugio presso le solide mura cittadine.
Qui Nicolò intraprese la sua vita sacerdotale divenendo vicecurato della chiesa di S. Antonio e condividendo con la comunità palenese il proprio spirito di servizio; in occasione di un pellegrinaggio a Roma decise di entrare a far parte della comunità di eremiti, raccolta intorno al frate Rinaldo di Piedimonte, che aveva il proprio romitorio in una torre presso la chiesa di San Salvatore: alla morte di Rinaldo, Nicolò divenne priore del cenobio.
Le grandi doti morali di Nicolò gli consentirono di fondare un nuovo cenobio dedicato a Santa Maria delle grazie a Sperlonga e un ospizio a Sant’ Agnello.
Tornato a Roma, nel 1419, fondò un romitorio sul Gianicolo dedicato al santo anacoreta Onofrio, per il quale ricevette l’appoggio del cardinale Condulmer, futuro papa con il nome di Eugenio IV; questi ripose molta stima in Nicolò al punto da volerlo al suo fianco negli anni in cui la sede pontificia venne trasferita a Firenze.
Tornò infine a Roma ormai novantenne per dedicarsi alla preghiera nel monastero gianicolense da lui stesso fondato: qui morì il 1° ottobre 1449 e le sue spoglie vennero deposte sotto il pavimento della chiesa, da qui venne trasferito nel 1712 sotto l’altare maggiore. Presto venne intrapreso il processo di beatificazione, molti furono i miracoli operati presso le sue spoglie e nel 1771 Clemente XIV venne proclamato beato.
Il 10 settembre 1349, il giorno dopo una terribile scossa di terremoto, nacque a Forca Palena, Nicolò; poco o nulla si sa della sua giovinezza e della sua famiglia di provenienza, tuttavia è certo che negli anni ‘80 del XIV secolo Nicolò, insieme ai concittadini di Forca, fuggì alla volta di Palena cercando rifugio presso le solide mura cittadine.
Qui Nicolò intraprese la sua vita sacerdotale divenendo vicecurato della chiesa di S. Antonio e condividendo con la comunità palenese il proprio spirito di servizio; in occasione di un pellegrinaggio a Roma decise di entrare a far parte della comunità di eremiti, raccolta intorno al frate Rinaldo di Piedimonte, che aveva il proprio romitorio in una torre presso la chiesa di San Salvatore: alla morte di Rinaldo, Nicolò divenne priore del cenobio.
Le grandi doti morali di Nicolò gli consentirono di fondare un nuovo cenobio dedicato a Santa Maria delle grazie a Sperlonga e un ospizio a Sant’ Agnello.
Tornato a Roma, nel 1419, fondò un romitorio sul Gianicolo dedicato al santo anacoreta Onofrio, per il quale ricevette l’appoggio del cardinale Condulmer, futuro papa con il nome di Eugenio IV; questi ripose molta stima in Nicolò al punto da volerlo al suo fianco negli anni in cui la sede pontificia venne trasferita a Firenze.
Tornò infine a Roma ormai novantenne per dedicarsi alla preghiera nel monastero gianicolense da lui stesso fondato: qui morì il 1° ottobre 1449 e le sue spoglie vennero deposte sotto il pavimento della chiesa, da qui venne trasferito nel 1712 sotto l’altare maggiore. Presto venne intrapreso il processo di beatificazione, molti furono i miracoli operati presso le sue spoglie e nel 1771 Clemente XIV venne proclamato beato.