Il fiume Aventino, che attraversa l’insediamento urbano di Palena, ha la sua sorgente nella località denominata Capo di Fiume: per comprendere come sia alimentata la sorgente bisognerebbe visitare l’area della riserva orientata “Quarto di Santa Chiara” nel periodo del disgelo delle nevi. Un grande lago si estende placido su tutta l’area, alimentato dai torrenti che drenano l’ampio altipiano, dalle nevi disciolte e dalle precipitazioni: l’acqua viene progressivamente convogliata in un inghiottitoio, attraversando un sistema di fratture e faglie quella stessa acqua si unisce ad altri torrenti, fra cui La Vera ed il Cotaio, e giunge a sgorgare a Capo di Fiume.
Nella medesima area è collocati un importante geosito in cui la successione degli strati rocciosi dimostra che, circa sette milioni di anni fa, essa era occupata da una laguna delimitata da una barriera di sedimenti sui quali, ancora oggi, vengono rinvenuti molti fossili.
I resti paleobotanici attestano la presenza di salici, cipressi calvi, alberi della cannella, pini ed alberi caducifoglie, sulla terraferma vivevano invece mammiferi di piccoli dimensioni fra cui il prolagus di cui è stato rinvenuto l’intero scheletro. Nell’area della laguna, molti erano i pesci che popolavano le acque in maniera permanente o stagionale.
L’intero geosito, per la sua importanza è stato sottoposto a vincolo di tutela da parte del Ministero per i Beni e le attività culturali: esso si completa e arricchisce in maniera reciproca con il Museo Geopaleontologico dell’Alto Aventino, situato all’interno del Castello ducale di Palena.
Il fiume Aventino, che attraversa l’insediamento urbano di Palena, ha la sua sorgente nella località denominata Capo di Fiume: per comprendere come sia alimentata la sorgente bisognerebbe visitare l’area della riserva orientata “Quarto di Santa Chiara” nel periodo del disgelo delle nevi. Un grande lago si estende placido su tutta l’area, alimentato dai torrenti che drenano l’ampio altipiano, dalle nevi disciolte e dalle precipitazioni: l’acqua viene progressivamente convogliata in un inghiottitoio, attraversando un sistema di fratture e faglie quella stessa acqua si unisce ad altri torrenti, fra cui La Vera ed il Cotaio, e giunge a sgorgare a Capo di Fiume.
Nella medesima area è collocati un importante geosito in cui la successione degli strati rocciosi dimostra che, circa sette milioni di anni fa, essa era occupata da una laguna delimitata da una barriera di sedimenti sui quali, ancora oggi, vengono rinvenuti molti fossili.
I resti paleobotanici attestano la presenza di salici, cipressi calvi, alberi della cannella, pini ed alberi caducifoglie, sulla terraferma vivevano invece mammiferi di piccoli dimensioni fra cui il prolagus di cui è stato rinvenuto l’intero scheletro. Nell’area della laguna, molti erano i pesci che popolavano le acque in maniera permanente o stagionale.
L’intero geosito, per la sua importanza è stato sottoposto a vincolo di tutela da parte del Ministero per i Beni e le attività culturali: esso si completa e arricchisce in maniera reciproca con il Museo Geopaleontologico dell’Alto Aventino, situato all’interno del Castello ducale di Palena.