San Cataldo visse nel VII secolo: divenuto sacerdote, nel 637 divenne abate del monastero di Lismore in Irlanda e vescovo nel 670. Durante una sua visita in Terra Santa prostrato sul Santo Sepolcro gli apparve Gesù Cristo che lo invitava a riportare Taranto nell’alveo della cristianità essendo da più parti minacciata. Dopo un viaggio periglioso Cataldo giunse a Lecce e risalì a Taranto dove portò a termine l’incarico affidatogli. Qui morì e le sue spoglie vennero riposte nella chiesa di San Giovanni in Galilea.
Il culto di San Cataldo risulta essere particolarmente diffuso nel sud Italia, più raro nel centro e nel nord, dunque la piccola chiesa di Palena costituisce un esempio eccezionale; essa risulta edificata nell’XI secolo, quando viene menzionata in una bolla emanata da papa Clemente II (1080-1100): molto probabilmente esistevano già contatti di natura commerciale o legati alla transumanza, fra quest’area montana e la Puglia, che hanno veicolato anche il culto di San Cataldo dal Sud al centro Italia.
La chiesa di san Cataldo si presenta come un semplicissimo edificio ad aula unica, con piccolo altare centrale e sagrestia sul retro. Al suo interno sono state conservate per lungo tempo due statue del santo: una è esposta nella teca dell’altare maggiore, mentre quella in legno intagliato dai pastori è stata trasportata presso la chiesa di San Falco.
Il 10 maggio di ogni anno i fedeli palenesi si riuniscono in questa chiesa e bevono presso la vicina fontana, le cui acque sono considerate curative contro le febbri maligne.
La fontana, che porta il nome di San Cataldo, venne realizzata intorno al 1812 quando venne inaugurato il cantiere della carrozzabile Roccaraso-Palena, concluso nel 1832.
San Cataldo visse nel VII secolo: divenuto sacerdote, nel 637 divenne abate del monastero di Lismore in Irlanda e vescovo nel 670. Durante una sua visita in Terra Santa prostrato sul Santo Sepolcro gli apparve Gesù Cristo che lo invitava a riportare Taranto nell’alveo della cristianità essendo da più parti minacciata. Dopo un viaggio periglioso Cataldo giunse a Lecce e risalì a Taranto dove portò a termine l’incarico affidatogli. Qui morì e le sue spoglie vennero riposte nella chiesa di San Giovanni in Galilea.
Il culto di San Cataldo risulta essere particolarmente diffuso nel sud Italia, più raro nel centro e nel nord, dunque la piccola chiesa di Palena costituisce un esempio eccezionale; essa risulta edificata nell’XI secolo, quando viene menzionata in una bolla emanata da papa Clemente II (1080-1100): molto probabilmente esistevano già contatti di natura commerciale o legati alla transumanza, fra quest’area montana e la Puglia, che hanno veicolato anche il culto di San Cataldo dal Sud al centro Italia.
La chiesa di san Cataldo si presenta come un semplicissimo edificio ad aula unica, con piccolo altare centrale e sagrestia sul retro. Al suo interno sono state conservate per lungo tempo due statue del santo: una è esposta nella teca dell’altare maggiore, mentre quella in legno intagliato dai pastori è stata trasportata presso la chiesa di San Falco.
Il 10 maggio di ogni anno i fedeli palenesi si riuniscono in questa chiesa e bevono presso la vicina fontana, le cui acque sono considerate curative contro le febbri maligne.
La fontana, che porta il nome di San Cataldo, venne realizzata intorno al 1812 quando venne inaugurato il cantiere della carrozzabile Roccaraso-Palena, concluso nel 1832.